L’arte che gioca con l’arte“. La citazione dell’assessore al decoro urbano di Milano Maurizio Cadeo (pronunciata per tutt’altra questione) è il primo pensiero visitando nella città meneghina l’ultimo progetto dell’artista statunitense John Baldessari. The Giacometti Variations, ospitata nei postmoderni spazi della Fondazione Prada fino al giorno di Santo Stefano, non nasconde nulla di quanto il titolo prometta: una serie di nove, gigantesche sculture à la Giacometti, trasformate per l’occasione in indossatrici di moda.

L’esibizione è a rotazione: ognuna delle sculture ha cambiato l’abito per tre volte – un’inquietante analogia col Festival di Sanremo. C’è allora la scultura matador, quella nuda ma col cappello, la scultura in abito da sposa e la figura avvolta in un lunghissimo (le sculture raggiungono i 4 metri d’altezza) trench. In un gioco di rimandi, citazioni (“arte e moda fanno parte del nostro Zeitgeist, perché non fonderle?” scrive Baldessari. E probabilmente la Fondazione Prada è il luogo più adatto per farlo) e feroce ironia, l’artista crea un rapporto ambiguo fra le sculture emaciate di Giacometti e le filiformi modelle che calcano le passerelle, tenendosi – per fortuna – alla larga dalle querelle sulla taglia 38: e il risultato finale si avvicina molto a quella parodia che Baldessari sostiene di voler evitare. Ma non siamo tenuti a credergli.

The Giacometti Variations, di John Baldessari è visitabile fino al 26 dicembre alla Fondazione Prada, via Fogazzaro n° 5 – Milano. Ingresso libero.