Oggi scopriamo qualcosa in più su Carmine, il ragazzo moro che ha sempre un mucchio di cose da raccontare, e che non smette mai di regalarti quei bei sorrisi sinceri, quelli che solo le persone che sembrano sempre in pace con se stesse ti sanno dare.

Quando ci si interroga sul perché le persone decidano di andare fuori a cena, oltre al cibo, componente fondamentale, ci sono molti altri elementi che lavorano insieme per rendere l’esperienza – perché è di vera e propria esperienza che si parla – un momento di vita che valga la pena di essere vissuto.

In sala, il controllo della magica alchimia di elementi e di persone che, come in un meccanismo perfetto, si devono posizionare nel punto esatto di questo grande ingranaggio, è compito dello Chef de Rang, che si occupa in primis dei clienti, fin dal loro arrivo.

Dapprima Chef de Rang al Don Claudio, Carmine, classe ’76, ha sposato l’evoluzione del progetto Magazzino delle Scope by Don Claudio rimanendo in sala per il secondo anno di seguito. Dal giorno in cui è passato di fronte al Magazzino delle Scope e ha visto appeso l’annuncio di lavoro sulla porta, ha voluto fortemente far parte del team, in un locale che più che un locale è un grande incubatore di idee, sapori, pensieri.

Tra le sue più grandi passioni, l’arte: Carmine nel tempo libero dipinge su tela e su pelle – da un po’ di tempo ormai lavora per affinare la tecnica del tatuaggio.

Un tatuaggio realizzato e alcuni lavori di Carmine

Ma torniamo indietro nel tempo, a quando nel 1998 Carmine si avventura nelle prime “stagioni” all’interno dei locali, dividendosi tra Jesolo d’estate e Livigno d’inverno (durerà fino al 2005 questa alternanza tra mare e montagna); sarà Jesolo però a rimanergli nel cuore, forse per il clima o forse per la gente, quello che sappiamo è che già da piccolino lo diceva al suo papà: io vivrò in una città con il mare, sai. Per dieci anni poi ricopre, per un’azienda, il ruolo di commerciale – la dialettica, la simpatia e il sapersi vendere vengono anche da qui – per il Triveneto, continuando a lavorare nel weekend nei ristoranti della zona, fino a quando l’azienda si sposta a Bologna e gli chiede di trasferirsi in territorio emiliano. Ma l’amore per Jesolo e per il mare – lo stesso che forse gli ricorda la sua città natale Mesagne, nel brindisino, lo porterà a restare e a rimettersi in gioco.

Se gli chiedi quale sia il piatto della sua vita dice che se la contendono le orecchiette con le cime di rapa (o la parmigiana) di Teresa, la fidanzata, e le polpette al sugo di mamma, antica ricetta della nonna eritrea con un tocco in più, anche se da come sorride la vediamo la predilezione per la cucina pugliese di Teresa, un grande amore che da un decennio l’ha preso (anche) per la gola. Se la domanda vira sul suo piatto preferito del Magazzino, ora in menù, non ha però alcun dubbio: l’insalatina di granchio reale adagiato su pesche noci con passiflora al coriandolo e chips di gambero.

Molto critico con se stesso, non sa che dire dei suoi pregi, riconoscendo solo la sua simpatia (e allora aggiungiamo noi che sa far sentire sempre le persone a loro agio). Tre consigli per chi vuole intraprendere il suo lavoro? Ascoltare, “rubare” con gli occhi e tenere duro sempre, sicuri che tutti i sacrifici fatti durante la gavetta ti ripagheranno con grandi soddisfazioni.

Carolina Marsico